Il Centro Martini porta avanti il progetto sulla prevenzione con lo screening contro i tumori cutanei.
È ben noto che le radiazioni ultraviolette possano apportare all’organismo molteplici benefici e che la loro assenza può avere un impatto molto negativo sull’organismo.
Tali effetti benefici si ravvisano, con una moderata e controllata esposizione, soprattutto a livello dell’umore: i raggi solari infatti hanno un’influenza positiva sul nostro sistema nervoso centrale dipendente dalla quantità di luce che si riceve. Tale tesi è dimostrata anche da studi specifici, pubblicati sulla rivista online WebMD, che evidenziano la prevalenza di disturbi dell’umore nelle aree geografiche come il Nord Europa, costrette a lunghi periodi di assenza della luce del sole. Questo fenomeno è legato alla capacità del sole di attivare la vitamina D, sostanza fondamentale per il nostro organismo, che aiuta ad assorbire il calcio; Secondo uno studio pubblicato su JAMA (Journal of the American Medical Association) pare infatti che tale sostanza influisca positivamente sull’umore.
L’esposizione al sole controllata, quindi, promuove il benessere riducendo lo stress, aumenta l’attività mentale e attiva la sintesi di vitamina D, mostra inoltre anche effetti benefici sul decorso di vari disturbi dermatologici, come la dermatite atopica o la psoriasi, con ciò fornendo, pertanto, le basi della fototerapia come metodo di cura.
Allo stesso tempo però, l’eccessiva esposizione ai raggi solari rappresenta un grosso fattore di rischio per la nostra pelle, in dosi eccessive può essere nociva e causare danni a breve e a lungo termine: tempi prolungati e modi sbagliati di esposizione portano alla manifestazione di vari fenomeni come eritemi, foto-invecchiamento cutaneo, fotodermatosi e fotocancerogenesi.
A livello mondiale si stima che il tasso di melanomi sia aumentato di circa il 15% rispetto al decennio precedente e che sia particolarmente presente nelle popolazioni caucasiche che vivono nelle aree soleggiate del pianeta. (Istituto Superiore di Sanità (ISS))
In Italia il tasso di melanomi è in costante aumento: tra il 2019 e il 2020 si è registrato un aumento del 20% passando da 12.300 casi nel 2019 a quasi 14.900 nel 2020 (Associazione Melanoma Italia Onlus (MIO)), i motivi legati a tale vertiginoso aumento sono da collegare da un lato allo sviluppo dei macchinari diagnostici e alla maggior adesione dei cittadini alle campagne di sensibilizzazione, dall’altro, negli adulti, si osservano le conseguenze di una scorretta esposizione al sole da parte degli adolescenti e dall’uso delle lampade solari inserite nella categoria di massimo rischio delle sostanze cancerogene, al pari del fumo di sigaretta (Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro (IARC).
Un altro dato da sottolineare è l’età dei pazienti, sempre più giovani: il melanoma è infatti uno dei tre tumori più diffusi nella popolazione italiana sotto i cinquanta anni. (Associazione italiana registri tumori (AIRTUM).
I tumori più diffusi sono principalmente tre: il basalioma o carcinoma basocellulare, il carcinoma spinocellulare o squamo cellulare e il melanoma.
Il basalioma rappresenta la forma più comune di tumore cutaneo, ed è la meno pericolosa perché tende a rimanere circoscritto senza dare metastasi, seppure in certi casi può produrre localmente danni piuttosto importanti.
Il carcinoma spinocellulare, è il secondo tumore cutaneo più diffuso, è un po’ più attivo dal punto di vista biologico, e si presenta sottoforma di chiazze rosse squamose, piaghe aperte, pelle ruvida, ispessita o simile a una verruca o escrescenze in rilievo con una depressione centrale e più tipicamente si trova nelle aree di confine tra la pelle e le mucose, come ad esempio le labbra, l’orecchio, il naso o le palpebre.
Il melanoma è sicuramente quello che impatta di più sulla nostra salute. Nasce da un particolare tipo di cellule, i melanociti, e può svilupparsi a partire da un neo preesistente oppure dalla pelle integra. Il primo segnale per riconoscere questo tumore può essere un neo che cambia improvvisamente rispetto al suo aspetto consueto.
LA PREVENZIONE
La prevenzione dei tumori cutanei può avvenire secondo 3 diverse modalità: l’autocontrollo (regola dell’ABCDE), la riduzione dei fattori di rischio e sottoponendosi a visite di controllo specialistiche e a un periodico controllo dei nei.
La regola dell’ABCDE
La regola dell’ABCDE è il primo passo verso la prevenzione in quanto aiuta a distinguere un neo da un melanoma:
- Asimmetria: i nei sono simmetrici mentre il melanoma è asimmetrico.
- Bordi irregolari: i bordi di un neo sono regolari, quelli di un melanoma sono frastagliati.
- Colore disomogeneo: i nei hanno un colore unico ed uniforme, mentre il melanoma può avere più colori.
- Diametro superiore a 6 mm: i nei crescono fino ad un diametro di 6 mm. I melanomi di solito sono superiori ai 6 mm.
- Evoluzione: la rapida crescita di un qualunque neo o macchia pigmentata deve far sospettare un melanoma.
Riduzione dei fattori di rischio
Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo è l’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta, che arriva fino a noi sotto forma di raggi UVA e UVB, ed è principalmente veicolata dai raggi del sole. Oltre a questo ci sono altri fattori che possono aumentare le possibilità che si sviluppino tumori della pelle, tra questi: l’insufficienza del sistema immunitario dovuta ad altre malattie, patologie ereditarie, un fototipo basso (chiaro) e familiarità.
In generale gli esperti consigliano di non esporsi al sole nelle ore più calde della giornata (dalle 10.00 alle 16.00) soprattutto da maggio a settembre (nell’emisfero settentrionale). Per calcolare l’intensità dei raggi solari l’American Cancer Society ha suggerito il “Test dell’ombra”: se la vostra ombra è più corta di voi, significa che il sole è al suo culmine ed è fondamentale proteggersi.
Un altro aspetto da tenere sempre in considerazione è l’altitudine: in alta montagna infatti lo strato dell’atmosfera che assorbe le radiazioni è più sottile e si calcola che la neve rifletta il 75% dei raggi, per fare un confronto si stima che la sabbia ne rifletta il 15%, il calcestruzzo il 10% e la schiuma del mare il 25% (Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro).
Un altro fattore di rischio da sottolineare sono le lampade solari: secondo uno studio Dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’abbronzatura artificiale aumenta del 20% le possibilità di sviluppare melanomi e se il primo utilizzo è sotto i 35 anni questa percentuale aumenta fino al 59%.
Visite specialistiche e mappatura dei nei
La mappatura dei nei è uno degli strumenti più efficaci nella diagnosi del melanoma, è assolutamente non invasivo e indolore e permette di ispezionare la cute per monitorare l’evoluzione dei propri nei nel tempo e la comparsa di nuovi.
E’ importante ripetere periodicamente l’esame e verificare costantemente la situazione dei nostri nei, almeno una volta ogni due anni in assenza di casistiche a rischio o con la frequenza che viene consigliata dal dermatologo a seconda del quadro del singolo paziente.
C’è da sottolineare che non esistono regole valide per tutti, in ogni luogo e in tutte le stagioni: ognuno, nelle diverse situazioni, dovrà trovare, eventualmente col consiglio del proprio medico, la propria misura per esporre al sole in maniera equilibrata se stesso e i propri figli.