Il retto dell’addome è uno dei muscoli principali della parete addominale anteriore, origina a livello della cresta e della sinfisi pubica per andarsi ad inserire con un decorso di fibre verticali a livello del processo xifoideo dello sterno e della quinta, sesta e settima costa della gabbia toracica.
I retti dell’addome sono separati dalla linea alba, una sottile banda di tessuto connettivo, priva sia di nervi che di vasi sanguigni, che si origina longitudinalmente da sotto lo sterno fino al bacino. Poco elastica e molto resistente, è di difficile rottura; quando avviene, con difficoltà è possibile tornare alle condizioni di partenza.
La DIASTASI ADDOMINALE è definita come un allontanamento permanente dei retti dell’addome, i quali si allargano, allontanandosi dalla linea alba.
LE CAUSE DELLA DIASTASI ADDOMINALE
I fattori che possono incidere sulla comparsa del problema sono:
- Un aumento significativo di peso
- Lassità muscolare;
- Dimagrimenti importanti come capita, ad esempio, nelle persone che si sottopongono a chirurgia bariatrica;
- Sovraccarichi eccessivi, nella vita quotidiana o negli atleti di sport con alti carichi, ad esempio il sollevamento pesi;
- Alcune tipologie di intervento chirurgico;
- Una forma congenita di diastasi;
- Una o più gravidanze, quelle gemellari sono sicuramente più a rischio, inoltre, in questo caso si può riscontrare in associazione con il prolasso del pavimento pelvico.
Per questi motivi, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non è un problema esclusivamente femminile, infatti una buona percentuale di pazienti sono uomini.
LE CONSEGUENZE VISIBILI DELLA DIASTASI
Le conseguenze della diastasi addominale non sono solo estetiche, ma soprattutto funzionali. Le conseguenze più visibili sono:
- La comparsa di una rientranza longitudinale lungo l’addome;
- La formazione di un gonfiore, detto “pinna”, quando si contrae l’addome;
- L’impossibilità di avere l’addome piatto;
- Scomparsa del punto vita.
SINTOMI DELLA DIASTASI ADDOMINALE
Una volta che i muscoli addominali perdono la loro efficacia, non sono più in grado di effettuare la loro funzione stabilizzante del tronco. Mancando la barriera naturale dei retti addominali, gli organi interni premono verso l’esterno dando alla pancia una caratteristica forma prominente e l’impressione di gonfiore.
Le conseguenze che la diastasi provoca, sono importanti alterazione nella meccanica del bacino, e quindi problemi su anche, bacino e schiena.
Il cedimento della linea mediana che tiene uniti i due retti addominali e che funge da “cerniera” non permette di contenere con efficacia la pressione degli organi endoaddominali, con conseguente distensione dell’addome per la “fuoriuscita” degli organi interni. Inoltre, considerando che la funzione principale di questi muscoli è di contenere gli organi addominali, si possono avere ernie, soprattutto ombelicali, in quanto tali organi non incontrano più una certa resistenza.
Il caratteristico segno della diastasi addominale è anche una sorta di cresta che si forma in corrispondenza della linea alba e che va dal processo xifoideo dello sterno all’ombelico e che si manifesta più evidentemente con la tensione dei muscoli dell’addome.
I sintomi funzionali che la diastasi dei retti può provocare sono:
- Dolori alla schiena che si affatica più del normale a causa dell’instabilità della colonna
- Dolori alle anche e al bacino
- Incontinenza
- Ernia
- Gonfiore
- Nausea
- Difficoltà digestive
- Difficoltà respiratorie
- Peristalsi
- Postura da iperlordosi
- Senso di pesantezza al pavimento pelvico.
COSA FARE?
Uno dei primi passi per diagnosticare la diastasi addominale è un autovalutazione visiva e tattile. Come abbiamo detto precedentemente possiamo notare che in presenza di diastasi addominale la pancia assume una forma prominente, come una “pinna”, associata a dolori alla schiena, anche e bacino.
Inoltre, possiamo percepire con un autovalutazione la divisione dei retti dell’addome e anche la sua ampiezza.
A questo punto è consigliabile un esame diagnostico specifico per valutare bene la distanza tra i due muscoli e l’entità del danno.
In genere, lo specialista diagnostica la diastasi addominale attraverso un esame obiettivo e consiglierà di eseguire un’ecografia dei muscoli della parete addominale per valutare l’entità della diastasi ed eventuali ernie.
Con la conferma della diagnosi e in base all’entità della diastasi addominale lo specialista consiglierà il percorso migliore da intraprendere.
Il trattamento consigliato è un programma di rieducazione funzionale con un insieme di esercizi che permettono di recuperare la stabilità della colonna e lo squilibrio del bacino sollecitando l’addome a riacquisire la sua normale funzionalità.
Nei casi più gravi, dove la diastasi è maggiore o uguale a 7 centimetri o i disturbi funzionali risultano eccessivi, si può ricorre alla chirurgia. Dopo l’intervento seguirà un percorso di rieducazione per il recupero della corretta funzionalità della muscolatura.
COME SI SVOLGE LA VALUTAZIONE E LA RIEDUCAZIONE DELLA DIASTASI ADDOMINALE AL CENTRO MEDICO MARTINI
Inizialmente viene eseguita una visita con il medico specializzato, il quale valuta l’entità della diastasi, la sua ampiezza e la zona dell’addome interessata, mediante test e l’utilizzo dello strumento ecografico. In seguito, viene eseguita una valutazione fisioterapica con il Dr. Nicola Pisani e la Dr.sa Morelli Jasmine, per valutare il percorso migliore da seguire in base alle caratteristiche della diastasi e alle necessità della paziente. Il numero di sedute proposte varia in base all’entità della diastasi.
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